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Mente

Famiglia: Labiatae (Lamiaceae)
Genere: Mentha

ETIMOLOGIA
Il nome, di origine greca, deriva dalla ninfa Mentha, amata da Plutone e trasformata in pianta da Proserpina (Persefone).
“Non tibi quondam femineos artus in olentes mentas,  Persephone, liquit”
(Non ti fu forse possibile, un giorno, o Persefone, mutare un femmineo corpo nella profumata menta?)    Ovidio, Metamorf., X, 328-329.
 
HABITAT
Erbacea perenne rustica e vigorosa si adatta a tutti gli ambienti alcalini (ad eccezione di alcune specie, come la M. pulegium, che vogliono terreno acido).

USI
Molteplici, dalla cucina all’industria dei liquori e degli sciroppi (menta di Pancalieri), all’industria dei profumi e alla farmacopea.



Le Lavande

Famiglia: Labiatae (Lamiaceae)

Genere: Lavandula

ETIMOLOGIA
Il termine “lavanda” deriva dal latino “lavare”, poiché la si usava per profumare l’acqua delle abluzioni. Conosciuta sin dagli antichi era però indicata con nomi diversi (“nardo siriaco” in Plinio). Il greco Dioscoride parla di un’erba odorosa stoechas (lavandula stoechas?) originaria delle isole Stecadi. Solo nel secondo Quattrocento viene individuata come “lavendola” (Giusepe Donzelli)

HABITAT
Terreni sabbiosi o rocciosi, soleggiati.

USI
Conosciuta per le molteplici applicazioni nell’industria dei profumi (L. dentata, L. latifolia, L. spica, L. stoechas, L. vera), dei cosmetici (L. lanata, L. pedunculata, L. pinnata, L. viridis, L. x allardii, L. x gengischii, L. x intermedia),   dolciaria (L. latifolia, L. spica, L. vera)  dei saponi e in quella dei gelati, mentre è poco usata in cucina. Fa eccezione la cucina provenzale, che la utilizza con altri aromi in alcuni piatti tipici.
I Romani usavano fumare le foglie di L. spica nella pipa.
Nel XVII-XVIII secolo si produceva uno “sciroppo di lavanda” con la L. stoechas.



Peperonia

I Peperoni

Famiglia: Solanaceae
Genere: Capsicum

ETIMOLOGIA
Il termine “capsicum” deriva dal verbo greco “κάπτω” (“capto”, mangio avidamente, divoro) o, secondo altre fonti, dal latino “capsa” (scatola), alludendo, in questo caso, alla forma della bacca che racchiude i semi. Il termine “peperone” deriva, invece dal suo sapore piccante come il “pepe”.
 
HABITAT
Tutti i Capsicum sono originari dell’America Centro-Meridionale e giunsero in Europa con gli spagnoli. Di qui si diffusero in tutto il mondo.

USI
In cucina come alimento (peperone dolce) o come condimento aromatico (peperoncino piccante).



L’Orto delle Labiate


Famiglia: Labiatae (nomen conservandum) , oggi Lamiaceae

ETIMOLOGIA
Il nome “Labiatae” (nomen conservandum), attribuito alla Famiglia da Linneo, richiama il fatto che i petali superiori e inferiori del fiore sono fusi tra loro a formare due “labbra”. Il nome moderno “Lamiaceae” fa riferimento ad una dei Generi della Famiglia, il Lamium.

HABITAT
Sono piante erbacee annuali o perenni, cespugliose, a volte arbustive, caratteristiche delle regioni temperate di tutto il mondo ed, in particolare, del bacino del Mediterraneo.


USI
La presenza, sulle foglie, di ghiandole ricche di olii essenziali fa sì che vengano largamente usate in cucine per aromatizzare i cibi.  In alcuni casi trovano impiego nell’industria dei liquori e dei profumi.



La Vigna Vecchia

Nella prima metà dell’Ottocento, quando la famiglia Zuccala aveva già spostato i suoi interessi economici su Torino, nel territorio di Marentino possedeva ancora mq 567.000 di terreni agricoli, dei quali circa 190.000 destinati a vigneto, facenti capo a tre cascine, oltre alla Casa padronale.
Quando, a metà Ottocento, le grandi pestilenze devastarono i vigneti europei, gli Zuccala, come molti altri proprietari di fondi agricoli, abbandonarono a poco a poco le vigne, adattando i terreni per altre colture o lasciandoli imboschire.
L’area a valle della Casa, un tempo curata dalla vicina Cascina dell’Aia, fu una delle poche mantenuta a vigneto sino alla seconda metà del Novecento, quando, dopo l’estinzione della famiglia degli Zuccala, venne in parte trasformata in frutteto.
Nella realizzazione del Giardino delle Aromatiche si è voluto mantenere invariato il terrazzamento sette-ottocentesco destinato alla coltivazione della vite, sia come testimonianza di un passato irripetibile, sia per non modificare l’assetto del terreno, consolidato nella forma che nei secoli ha assunto e che gli permette il drenaggio delle acque piovane pur in assenza di significativi impianti arborei.
Occorre infatti tener presente che l’attuale terreno coltivato di superficie, permeabile, appoggia, ad una profondità variabile tra 14 e 1 metro, su un sedimento compatto di sabbie dell’Astiano, non permeabili, ed è quindi a rischio geologico, se non curato.

Tutte le Domeniche h. 15.00 e 0re 17.00 da Aprile a fine Settembre!!!!!!

Salvie

Famiglia: Labiatae (Lamiaceae)

Genere: Salvia

ETIMOLOGIA E MITOLOGIA
Il nome “Salvia” deriva dal latino “salus” (salute) o “salvus” (salvo) a sottolinearne le proprietà benefiche. Dicevano gli antichi: ”Cur moriatur homo cui salvia crescit in horto?” (Come può morire un uomo cui cresce la salvia nell’orto?), ma precisava il Flos sanitatis della Scuola Medica di Salerno (XI sec.): ”Contra vim mortis non est medicamen in hortis” (Contro la forza della morte non c’è medicina nell’orto). 

HABITAT
La S. officinalis è originaria del bacino del Mediterraneo dove è ancora diffusa allo stato spontaneo.

USI
La S. officinalis era considerata, in passato, un ottimo tonico, stimolante, antinfiammatorio, diuretico (Dioscoride), disinfettante e cicatrizzante (Ippocrate), rimedio antiabortivo, curativo del diabete e della pertosse, disinfettante delle gengive e del cavo orale. Oggi serve, prevalentemente, in cucina e nell’industria dei profumi, mentre la S. sclarea viene utilizzata nell’industria dei liquori





Le piante esotiche

Al centro dell’Aiuola delle Salvie sono presenti alcune piante che, per le loro caratteristiche e origini, non sono adatte ai nostri climi e, pertanto, vengono collocate in piena terra nel mese di aprile e ritirate a fine ottobre per svernare in serra ad una temperatura non inferiore ai 12° gradi.
Zenzero (Zingiber officinalis)
Curcuma (Curcuma longa e Curcuma domestica)
Caffè (Coffea arabica)
Erba Santa (Piper auritum)
Calamo aromatico (Acorus calamus)
Cardamomo (Elettaria cardamomum)
Té (Thea o Camelia sininsis)



La Balconata dei Rosmarini

I Rosmarini


Famiglia: Labiatae (Lamiaceae)
Genere: Rosmarinus

ETIMOLOGIA E MITOLOGIA
Il Rosmarino conserva il nome latino”ros-marinus” (rugiada di mare).
La mitologia greca lo vorrebbe nato dallo sperma di Urano e narra che una pianta di rosmarino avrebbe avvolto Afrodite (Venere) al suo sorgere dal mare. Secondo Ovidio, invece, nacque dalla metamorfosi di Leucothoe sedotta da Apollo e uccisa dal padre.
Nella mitologia cristiana il colore del fiore, in origine bianco, sarebbe dovuto alla Vergine Maria, che depose su di una pianta  il suo manto azzurro.

HABITAT
Originario delle coste mediterranee, amante dei terreni calcarei e aridi, resiste, tuttavia, anche in climi più rigidi, temendo solamente le lunghe gelate invernali, le nebbie e il ristagno dell’acqua.

USI
Apprezzato già dalla farmacopea antica, è oggi prevalentemente usato in cucina per aromatizzare le carni, mentre l’olio essenziale ricavato dalle foglie è utilizzato in profumeria e nell’industria dei liquori. 
Il rosmarino compare come ingrediente in famose ricette salutari, come ”l’Aceto dei quattro ladroni”, “l’Acqua della Regina d’Ungheria”, “l’Acqua di San Giovanni”, “il Balsamo di frate Tranquillo”.



Il Frutteto

Pomarium


Nella cultura classica e medievale il Pomarium è la zona dell’Orto destinata alle piante da frutto.
Nel Giardino di Casa Zuccala sono stati raccolti, in questa sezione, i frutti tipici della tradizione orticola piemontese, dal Pocio (Mespilus germanica) al Martin sec (Pyrus communis “Martin secco”) dal Cotogno (Pyrus cidonia) alla Mela della ruggine (Malus pumila “ruggine”), al Ramasin (Prunus domestica “Ramassini”), a confronto con esemplari recentemente introdotti sui nostri mercati, come il Kaki mela (Diospyros kaki “Vaniglia”) o il Guaiabo del Brasile (Feijoa sellowiana).
Interessanti le cinque varietà di Ciliegie presenti sulla collina torinese:
- la Duracina o Grafion (Prunus avium duracina “Durone di   Vignola”),
- la Ciliegia dolce (Prunus avium tenerina “Galucio”),
- l’Amarena (Prunus cerasus amarena “Nera del     Piemonte”),
-  la Marasca (Prunus cerasus marasca)
- la Griotta (Prunus cerasus visciola).
Sono inserite nel Frutteto tre collezioni di piccoli frutti:
i Rubus (Lamponi e More),
i Ribes (Ribes ed Uva Spina)
i Vaccinium (Mirtilli)

 

Le viti Storiche

Famiglia: Vitaceae

Genere: Vitis
Specie: vinifera
Varietà:  - Luglienga
  - Chasselas dorato
  - Chasselas rose (Uva carn)
  - Malbec
  - Pelaverga Cari
Casa Zuccala conserva 5 varietà di Vitis vinifera piantate tra il 1860 (Luglienga) ed il 1870. Come tali sono tra le più antiche piante di Vite esistenti ed ancora produttive. La Luglienga e lo Chasselas sono uve bianche da tavola, mentre il Malbec e il Pelaverga Cari sono uve nere da vino.
La loro importanza deriva dal fatto di essere state piantate quando ancora non erano giunte nel territorio le tre grandi malattie che portarono alla distruzione di gran parte dei vigneti europei: l’oidio (1847) la filossera (1868), la peronospora (1878). Per tale motivo sono dei “franco-pede” e non dei ceppi innestati su viti americane come, dalla fine Ottocento ad oggi, si è costretti a fare per ottenere esemplari resistenti alle infezioni.



La Balconata dei Basilici

I Basilici

Famiglia: Labiatae (Lamiaceae)
Genere: Ocimum

ETIMOLOGIA E MITOLOGIA
Il termine ha origine dal greco οκίμον (okinon), così come greca è l’origine del nome della specie βασιλικόν (“basilicon” o “erba regia”).
 

HABITAT
Originario delle regioni calde dell’Asia e dell’Africa, giunse in Medio Oriente, Grecia e Italia ai tempi di Alessandro Magno (IV sec. a.C.), ma non fu apprezzato come alimento o aroma sino al sec. XV, quando si diffuse in tutta Europa.


USI
Mentre l’olio essenziale è usato nell’industria dei profumi e dei liquori, la pianta fresca entra nella cucina italiana (e.g. pesto alla genovese) ed in quella asiatica in numerose occasioni. Alcune varietà di basilico, grazie al loro profumo particolare, trovano impiego in piatti tipici: il Basilico thailandese con i frutti di mare e le minestre esotiche; il Basilico rosso nelle insalate.



L’Orto della Strega

Le piante velenose

Non ci sono piante cattive o piante buone. Le piante lottano per la sopravvivenza, come ogni essere vivente, e, per far ciò, producono sostanze chimiche utili alle loro esigenze. Alcune di queste sostanze sono apprezzate dall’uomo, perchè giovano alla sua salute o soddisfano le sue esigenze alimentari, altre sono nocive per l’organismo umano. È l’uomo che stabilisce, consapevolmente o meno, di utilizzare questa o quella pianta.
Sin dall’antichità gli uomini hanno imparato a servirsi delle piante per guarire dalle malattie o per nutrirsi, ma anche per nuocere ad un nemico o ad un avversario.
Ma per utilizzare le proprietà delle piante occorre conoscerle, per cui, già presso i popoli primitivi, comparvero, in ogni comunità, coloro che questa conoscenza possedevano e dalle loro azioni le comunità stesse poterono trarre benefici o malefici. Stregoni, sciamani, druidi, maghi , fattucchiere e streghe sono i nomi che i popoli antichi davano a questi conoscitori delle proprietà delle piante e, quasi ovunque, se da un lato da loro dipendevano per ottenere rimedi alle loro malattie, dall’altro  li circondavano di un alone di mistero e di paura, perchè essi “sapevano” ciò che l’uomo comune ignorava.
Oggi la scienza ci permette di individuare, senza la necessità di un mago o di una strega, le caratteristiche dei vegetali, che possiamo, quindi, isolare dal complesso delle piante eduli, ma che dobbiamo pur tuttavia conoscere, per evitare i danni che possono arrecare alla nostra salute.
Molte piante velenose per l’organismo umano (che possono non essere tali per gli altri animali, come i frutti dell’Agrifoglio), sono comunemente presenti nei nostri giardini, come il Lauroceraso, l’Oleandro, l’Ortensia, l’Elleboro, la Ginestra, il Maggiociondolo, altre possono trarre in inganno perchè simili a vegetali di largo consumo, come la Cicuta, a volte confusa con il Cerfoglio o il Prezzemolo, o il Colchico autunnale, che solo dal numero degli stami si distingua dal Croco.
È curioso notare come molte piante velenose si presentano con fiori appariscenti, come la Belladonna, il Giusquiamo, lo Stramonio, l’Aconito, mentre  altre invitano per i loro frutti apparentemente innocui, come il Tasso.
Le sostanze velenose contenute in questo tipo di vegetali sono quasi sempre degli alcaloidi, dei glicosidi e dei narcotici, in concentrazione diversa.
Alcune Famiglie vegetali primeggiano per la presenza di velenose tra i loro membri. come le Ranuncolacee (Aconito, Adonide, Anemone, Aquilegia, Consolida, Elleboro, Ranuncolo) e le Solanacee (Belladonna, Dulcamara, Giusquiamo, Stramonio, Tabacco), ma non sono esenti da Specie velenose neppure le Rosacee e le Liliacee.

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